giovedì 6 giugno 2013

Da Mandello al Rifugio Bietti




Data dell'escursione: Aprile 2013

Partenza: Mandello del Lario (Frazione di Somana)
Arrivo: Rifugio Bietti 1719 mt slm
Dislivello: 1400 mt
Tempo: Ottimo
Difficoltà: E
Tempo di andata: 3 1/2 h
Tempo di ritorno: 3 h

Per il mio onomastico ho deciso di regalarmi una bellissima escursione sulla Grigna. Il cielo è terso e limpido, la temperatura è poco sotto i 20°. Tutto sembra prepararsi per una giornata perfetta.


Effettivamente la passeggiata ha donato ottimi panorami  e grandi soddisfazioni, ma essendo un escursionista della domenica ho rischiato più volte di farla diventare un odissea più che una rilassante passeggiata.


Parto da Somana, frazione di Mandello del Lario, ma il mio navigatore non è molto convinto su dove farmi andare e si perde in maniera ignobile. Cerco di orientarmi, ma alla fine devo "umiliarmi" chiedendo informazioni ad un passante. Sembra che non sia l'unico ad avere avuto l'idea di approfittare della bella giornata e mi trovo a parcheggiare a Via dei Partigiani, 80 metri più in basso rispetto al punti di partenza della passeggiata, che si trova in Contrada di Sonvico.

Imbocco il sentiero numero 15 che nella parte iniziale, ad intervalli regolari, sono posizionate delle croci della via Crucis. Prima tappa del sentiero è infatti la chiesa di Santa Maria di Olcio (664 mt.) che domina la Val Meria.

Poco dopo aver passato il santuario, iniziano i problemi: incomincio a starnutire a ripetizione. In montagna non soffro spesso della mia allergia da fieno, ma a 700 mt crescono le stesse piante che crescono in pianura e quindi avrei dovuto prendere l'antistaminico il giorno prima. Sono costretto a fermarmi e a prenderne uno, approffitandone anche per mettermi in pantaloncini corti.

Avanzo tra uno starnuto e l'altro e arrivo alla splendida Alpe Era (circa 850 mt.), un posto di altri tempi, veramente incantato. Dopo aver superato una chiesetta, si iniziano a trovare le prime case e a costeggiare il torrente che affianca tutta l'alpe. Subito dopo le prime case una palina indica di girare verso destra. Io però quella segnalazione non la vedo, probabilmente intento a soffiarmi il naso e continuo per il sentiero che costeggia il torrente e che porta verso la Bocchetta di Prada. Per fortuna poco dopo aver lasciato l'Alpe Era, dopo un ripido tratto tra i boschi, trovo una cascinale con degli asini e lì ritrovo un sentiero che mi porta verso la mia destinazione.

L'antistaminico intanto ha fatto effetto: finalmente ho smesso di starnutire, ma anche le mie gambe hanno smesso di andare. Mi sento particolarmente affatticato e neanche la vista di un camoscio in un faggetto veramente fitto non mi dà la carica. Quando poi finalmente il panorama si apre la metà mi sembra lontanissima ed inizio a pensare di aver scelto una metà troppo ambiziosa dopo i 2 mesi di pausa.




Per fortuna il momento di crisi passa e riesco a godermi il panorama mozzafiato: la parte alta della grigna è ancora coperta di neve e mi coglie il dubbio di non riuscire a raggiungere il rifugio.

 
 Infatti arrivati a circa 200 metri sotto il rifugio si capisce chiaramente che il rifugio si trova in mezzo alla neve e i numerosi canaloni che solcano questo versante sono pieni di neve, dopo fanno capolino inquetanti gomitoloni di neve. Dopo aver passato il primi 100 metri sulla neve marcia la strada si biforca in due: un sentiero che va dritto sopra un costone, l'altro si sposta sotto il rifugio per poi salire. Considerando che del secondo so il tracciato solo grazie alla cartina perchè è completamente ricoperto di neve, prendo il primo e dopo aver seguito il sentiero sul costone decido di proseguire in quest'ultimo in un piccolo fuori pista per evitare più possibile la neve e raggiungere il sentiero a mezza costa che proveniente da Cainallo.





Anche questo prosegue in lunghi tratti nella neve ma spero che, essendo solitamente più frequentato, la traccia sia già stata fatta e il sentiero sia più sicuro. La mia intuizione si dimostra esatta, ma questo non mi impedisce di finire con la neve ben oltre al ginocchio a 10 metri dal rifugio. Come al solito alla Bietti i gestori sono sempre cortesi e accoglienti, anche quando sono saliti per le pulizie di primavera.



Ritorno soddisfatto e magari, se mi ricorderò degli errori di questa giornata, un pò più saggio.

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